È meno dell’ombra
di me di te di noi questa
nostalgia che fuma
e sfuma nell’aria

perdiamo sempre qualcosa
in ogni istante diceva lui

parliamo da ore da giorni
parole che
vanno a morire
appena dopo la pronuncia
ma

non serve piangere
la fine naturale del dire.

Milano, 12 maggio 2022

Ai non voluti
parlavi di me di te
degli esuli espulsi
per troppo capire

-scavateci la mente
fate fossa nel pensiero-

toglievi loro la colpa
li assolvevi professando
la dottrina dei vedenti

-chi usa gli occhi
cade in disuso ma-

meglio l’esistere inutile
al campare cieco.

Milano, 13 maggio 2022

Fino a che punto
avanza la commedia
non reggiamo nemmeno
il peso del copione

insegui la battuta che manca
mentre
inciampi in quella da buttare

noi praticanti
d’ogni finzione che ci sappia
guardare

-abbiamo ancora così
poco da dire che-

conviene tacere l’ultima
parola reale.

Milano, 10 aprile 2022

Le Poesie di Elena Mearini

Adesso che ho tolto
Il dolore dall’ombra
il muro non soffre
quando passo

E poi ogni cosa si disfa
per fare ritorno
all’informe d’origine.

È inadempiente
questa malinconia che
non consegna più lacrime

Il futuro s’addormenta
sul fondo del cielo
e tace ogni profezia

Elena Mearini libri

Crederemo poi
all’illusione del tutto
fino allo sconforto del nulla

Esiste un’ora esatta
-di leggibile luce-
per la viandanza
delle solitudini

Nel vento
il respiro evidente
dell’assenza
mai mancante.

Che altro dire
se non che
io parlo il perduto

Occorre un sovrappiù di cielo
affinché la nuvola indicante
accada

elena mearini quadrata

Rimboccheremo il vuoto
come fosse coperta complice
nei giorni freddi

Ci attraversi pure
l’affilato fragile
del mondo

Cammineremo accanto
alle nostre ombre
fino all’ultima
frontiera di luce

Il niente che resta
chiede il resoconto
di ciò che non è stato

C’innamora
questa eredità breve
che il sole lascia
quando muore

Conservo sottovuoto le attese
come provviste di scorta
nella credenza

Nel punto in cui
convergono le assenze
– lì stiamo

Troppo tardi
per voltarsi e rispondere
-ormai è già caduto
il nome dalle facce.

elena mearini libri quadrata

Può dirsi colpevole
l’occhio che
in assenza di stelle
si astiene dal cielo ?

Ci si travasa
dal niente al niente-
la goccia
che cade a terra
diventa il tutto.

Tra il sono stata e il sono,
l’agguato remotissimo del sarò.

Mi avvero in ciò
che ha la possibilità minore